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COVID-19, In sperimentazione la Telemedicina anche in Italia

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La Telemedicina, un supporto da casa per i pazienti affetti da COVID-19. In sperimentazione a Lodi, vediamo che cosa è e come funziona.

È noto come in questo periodo sia già molto difficile accogliere negli ospedali i pazienti affetti da Covid-19. La situazione si fa ancora più complicata per coloro che sono affetti da qualsiasi altra malattia, visto che gli spazi sono ormai limitati. Così è emersa una soluzione alternativa e innovativa, ovvero la telemedicina, che permette il controllo remoto dei pazienti.

Cos’è la Telemedicina?

Ad oggi i pazienti positivi al Covid-19 superano i 100.000 e tutti coloro che sono asintomatici, con sintomi lievi o che non sono più nella fase acuta della malattia, potrebbero essere dimessi dagli ospedali. Questo perché è necessario liberare quanti più posti possibili negli ospedali. Un valido supporto potrebbe quindi diventare la telemedicina. Vediamo in cosa consiste.

L’Ospedale di Lodi e l’azienda Zucchetti, basata sempre a Lodi, stanno sperimentando un nuovo progetto per lo sviluppo di software per aziende e professionisti. L’azienda ha messo a disposizione dell’ospedale una piattaforma pensata proprio per l’emergenza Covid-19.

Come funziona la Telemedicina?

Da un lato ci sono i medici che ricevono i dati dei pazienti e dall’altro i sensori che tengono sotto osservazione la loro salute. La salute dei pazienti in via di guarigione viene monitorata dal software, attraverso dei parametri come: temperatura corporea, saturazione e battito cardiaco. Gli ingegneri dell’azienda Zucchetti aggiungono che i software sono dotati anche della capacità di prevedere future crisi respiratorie.

Inoltre, il software è dotato di un sistema di alert, che permette ai medici di intervenire in caso di emergenza, quando i pazienti meno gravi sono seguiti a distanza. Gli esperti chiamano tutto ciò: Internet of Things, che possiamo semplicemente tradurre come “l’internet delle cose”. Gli esperti ci rassicurano anche sull’efficacia futura di questi strumenti: la raccolta di questi dati sarà funzionale alla futura individuazione di una cura specifica ed un eventuale vaccino.

L’uso del software a livello nazionale

Alessandro Zucchetti, presidente dell’azienda Zucchetti, dichiara: “La telemedicina è ormai una cosa reale e andrebbe utilizzata in misura maggiore. Con il nostro team di esperti abbiamo sviluppato una soluzione che potesse essere quanto più possibile mirata a dare una risposta concreta all’emergenza che stiamo vivendo. E una volta realizzato il programma, lo abbiamo messo subito a disposizione degli ospedali”. Inoltre spiega che il software “è stato sviluppato su richiesta dell’ospedale di Lodi” e che è uno strumento “che può servire a tutti gli ospedali”. Infatti, altri ospedali in Italia hanno mostrato il loro interesse, in modo particolare “da otto ospedali in provincia di Pavia, ma anche da Rimini, dal Gemelli di Roma, da Genova”.

Massimo Lombardo, direttore generale dell’Azienda socio sanitaria territoriale di Lodi, sottolinea come il virus possa manifestarsi in maniera più o meno grave e che, in ogni caso, è una malattia dalla lunga durata. Il direttore aggiunge che, da quando la famiglia Zucchetti ha mostrato interesse nell’aiutare l’Asl locale, è nato il progetto per la creazione di una piattaforma di telemonitoraggio per i pazienti a domicilio.

E la privacy? “Stiamo parlando di un quadro epidemico – ha ricordato Lombardo – quindi di una situazione molto particolare, in cui ci sono delle esigenze di sanità pubblica e di tutela della collettività che vanno contemperate con le esigenze di riservatezza del singolo”. Lombardo inoltre mette in evidenza come “sistemi di tracciatura utilizzati in altre parti del mondo, penso alla Corea, hanno comunque garantito l’anonimato del singolo. Utilizzare piattaforme ben strutturate consente anche di certificare la riservatezza della trasmissione di dati sensibili”.

Mi chiamo Teresa, ho 25 anni e vivo a Milano. Mi hanno sempre affascinato le lingue e le culture diverse dalla mia, fin da quando ero piccola. Sono riuscita a dare un senso alle mie passioni dopo la maturità: ho iniziato a viaggiare e vivere all’estero per periodi più o meno lunghi di tempo. Al momento studio mediazione linguistica e culturale e la traduzione è ciò in cui mi piace dilettarmi di più perché la vedo non solo come uno scambio di strutture linguistiche, ma anche come uno scambio più profondo, culturale.

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