Sempre più spesso siamo travolti da notizie che riguardano episodi di bullismo. È diffusa la paura nei genitori di non saper come fronteggiare un episodio del genere o, ancora peggio, di non riuscire a riconoscerlo.
Probabilmente, diverse informazioni al riguardo creano confusione rispetto a che cosa esattamente consista un episodio di bullismo e a che cosa fa un bullo.
Indice dei Contenuti
Definiamo il bullismo
Il bullismo è un fenomeno caratterizzato da comportamenti aggressivi, intenzionali e ripetuti nel tempo (fino a diventare persecutori), nei confronti di chi non è in grado di difendersi autonomamente.
Spesso, si tende a “bullizzare” per emergere come leader ed affermare la propria personalità ed il proprio ruolo. Succede che la vittima è sottoposta ad una sofferenza psicologica silente ed invalidante, ritrovandosi così esclusa socialmente.
Diversi sono i comportamenti violenti che la vittima di bullismo può subire:
- Intimidazioni e minacce;
- Ingiurie e parolacce;
- Esclusione per idee o forma fisica;
- Aggressione fisica o dispetti di varia entità.
È utile, inoltre, sapere che il bullismo non è un fenomeno esclusivamente scolastico, è pervasivo ed inserito in diversi contesti di aggregazione come gli ambienti sportivi o, ancor di più, tra i luoghi virtuali.
In quest’ultimo caso, si parla di cyberbullismo, ovvero prevaricazione ed insidie tramite i mezzi di comunicazione oggi più diffusi: chat di Whatsapp, Instagram e Facebook.
I segnali di disagio Sebbene questo fenomeno è, oggi, sempre più conosciuto, resta di grande timore per i genitori di bambini e adolescenti.
Effettivamente, le sue conseguenze non sono così palesi e, talvolta, resta tra le “mura mentali” della vittima per diverso tempo. Tuttavia ci sono alcuni segnali di disagio che possiamo identificare.
I segnali di allarme per riconoscere il bullismo
1. Osserva i sintomi fisici
Ci sono alcuni sintomi fisici che non hanno nessun riscontro a livello medico come, mal di testa, mal di pancia, espressioni ansiose. Talvolta, le richieste di non andare a scuola o preferire di restare più tempo a casa e di circondarsi nel proprio mondo per i sintomi fisici appena descritti, possono essere un segnale da cogliere.
2. “Ascolta” le sensazioni psicologiche
La sfera che appartiene alla sofferenza psicologica è ancora più sottaciuta ma, ci sono degli aspetti molto frequenti nelle vittime di bullismo che si traducono nell’avere una bassa autostima ed un cattivo umore, sentirsi insicuri, percepirsi diversi e nel ritirarsi in se stessi. Ascoltare le motivazioni che sottendono tali sintomi è di estrema importanza, ci permette di non dare per scontato la conoscenza che abbiamo di nostro figlio.
3. Chiediti il perché del suo basso rendimento scolastico e del suo cambio stile di vita
Si tende a dare per ovvio che a nostro figlio non piaccia studiare o che si impegni poco o, ancor più frequente, che passi troppo tempo davanti ai videogiochi rifiutando il “mondo esterno”.
È necessario ricordare che anche i bambini e i “ragazzini” hanno un loro mondo interiore difficile da esprimere, soprattutto se non si sentono compresi. Dovremmo abbassare tutte le convinzioni di base e incoraggiarli a comunicare le loro emozioni.
Tutti i genitori, perciò, dovrebbero comprendere che possono sostenere i figli cercando di ascoltarli e di fargli comprendere che nessuno ha il diritto di trattarlo in un certo modo, sollevandolo dai sensi di colpa e dalla sensazione di sentirsi “sbagliati”.
Gli effetti del bullismo, a lungo termine, possono portare conseguenze di una certa entità sul piano psicologico, a forme di disturbo ansioso, psicosomatico, umore depresso, forme di autolesionismo ed isolamento sociale.
Un sostegno da parte di uno Psicologo è di grande valore in casi come questi come prevenzione e percorso di regolazione emotiva. Si deve diffondere, sempre di più, che il bullismo è un fenomeno che può ma, soprattutto, deve essere combattuto.