Si tratta di capire e di scoprire le regole e le strategie fondamentali per difendersi dagli attacchi verbali come offese, critiche, risposte brusche, battute di poco gusto.
Molti conflitti nascono proprio dalla nostra incapacità di rispondere adeguatamente agli attacchi e tamponare subito il colpo; quasi sempre agiamo o parliamo molto in fretta senza valutare gli effetti delle nostre parole e delle nostre azioni.
Quante volte, ripensando ad una discussione o ad un episodio spiacevole restiamo con l’amaro in bocca perché non abbiamo reagito nella giusta maniera e soffriamo. E’ fondamentale allora, non rimanere mai senza parole adeguate perché saper rispondere aumenta la nostra autostima, ci dà sicurezza e se noi ci sentiamo più sicuri le persone che si rivolgono a noi
cercheranno di evitare il conflitto.
Ricordiamoci che il rispetto di se stessi è altamente contagioso e che il linguaggio del corpo è troppo più immediato di quello verbale. In qualsiasi comunicazione verbale solo il 10% è dato dalle parole mentre il resto è trasmesso dal tono della voce, dal volto e dai gesti.
Libro consigliato sull’argomento: Piccolo manuale di autodifesa verbale. Per affrontare con sicurezza offese e provocazioni
Comportamenti da adottare
Tramite il linguaggio del corpo percepiamo il carattere di chi ci sta di fronte e notiamo subito la sua disposizione nei nostri confronti, per questo:
Testa e sguardo devono sempre inquadrare le persone ed indirizzare il discorso verso l’interlocutore.
Non guardare le scarpe di chi abbiamo di fronte e nemmeno il soffitto.
Non seguire con gli occhi tenendo la testa ferma perché significa diffidenza.
Non incrociare le braccia perché non riusciamo a respirare liberamente.
Modulare la voce e consumare molta aria con poche parole, utilizzare il tempo utile per la respirazione, una respirazione profonda ci distacca dall’aggressore, ci dà tranquillità, tempo e il giusto spazio.
Postura:
se ascoltiamo protendiamoci in avanti, se parliamo cerchiamo di stare dritti con i piedi e le gambe parallele ed uguale distanza con le spalle; possibilmente imitiamo il linguaggio corporeo altrui per stimolare più sintonia.
La risposta deve essere semplice, non divulgativa perché toglie ogni aspettativa da chi ci attacca: due o tre parole allontanano l’emotività, non tolgono la respirazione, il tempo e la concentrazione.
Non dobbiamo dare importanza all’aggressore perché è lui che vuole la lite non noi, per questo una risposta semplice ci permette di tornare subito alla nostra occupazione senza più pensare all’altro.
Se ci mancano le parole (a volte un semplice si senza alcuna considerazione per colui a cui è rivolto, continuando a fare ciò che avevamo cominciato, proprio come fanno i bambini quando non si vogliono allontanare dai giochi) possiamo utilizzare i gesti: gli occhi spalancati, una mano alzata, una strizzatina d’occhio … insomma, qualsiasi reazione senza parole fa capire all’aggressore che non possiamo perdere tempo con lui per cui abbiamo deciso di on litigare.