Tra i vari Stati d’Europa che hanno votato contro gli allevamenti di animali destinati alla produzione di pellicce, si è aggiunta di recente la Slovacchia.
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I cittadini, i primi contro l’uso delle pellicce
Tutto è iniziato grazie alle proteste dei cittadini che, dopo svariate mobilitazioni, hanno ottenuto l’approvazione del Parlamento. Sono state raccolte circa 80mila firme contro gli allevamenti di animali finalizzati alla produzione di pellicce.
La nuova normativa sulle pellicce
Con questa mozione parlamentare la Slovacchia diventa quindi il tredicesimo Stato europeo ad istituire il divieto per la suddetta forma di allevamento. Il divieto avrà inizio nel 2021, ma le attività di allevamento già esistenti avranno 4 anni di tempo per dismettersi. Quindi nel 2025 non ci sarà più traccia di questo tipo di allevamento in Slovacchia, che per il momento conta un allevamento di visoni ed almeno altri 8 di conigli.
Paesi in Europa operativi contro allevamenti e pellicce
In Europa si sono mossi già numerosi Stati contro questa froma di sfruttamento animale e il conseguente uso di pellicce, tra cui:
- Regno Unito, dal 2000;
- Danimarca, dal 2009 vieta solo le volpi;
- Austria, dal 2004;
- Olanda, dal 2024;
- Croazia, dal 2017;
- Slovenia, dal 2013;
- Repubblica Ceca, dal 2019;
- Lussemburgo, dal 2018;
- Belgio, dal 2023;
- Spagna, dal 2007.
Non solo… in altri Paesi esistono casi particolari, come:
- Germania, dal 2022 entreranno in vigore delle misure di sicurezza per garantire un migliore trattamento degli animali. Questoi nuovi standard hanno però portato alla chiusura di fatto di tutti gli allevamenti presenti;
- Svezia, è già stata approvata la dismissione di allevamenti di cincillà e volpi.
Altri Paesi in Europa contro le pellicce
Anche al di fuori dell’Unione Europea, ma comunque nell’area europea, altri Stati hanno vietato questo tipo di allevamento, tra cui:
- Repubblica di Macedonia, dal 2014;
- Serbia, dal 2019;
- Bosnia ed Herzegovina, dal 2029;
- Norvegia, dal 2025;
- Svizzera.
L’Italia sulle pellicce… come sempre un po’ in ritardo
Secondo alcuni dati, in Italia esistono ancora 16 allevamenti attivi di visoni, che ospitano circa 180mila animali. Simone Pavesi, responsabile LAV Area Moda Animal Free, dichiara che «Quello della Slovacchia è un nuovo importante esempio da seguire per i nostri Governo e Parlamento, in linea con l’impegno di Programma della maggioranza per la tutela degli animali. Chiamo ora alle istituzioni che siano esaminate le proposte di Legge che abbiamo presentato in ben 3 distinti testi (C99, C177, S211) e che attendono da anni sia alla Camera che al Senato».