Dopo l’impegno della Onlus Greenpeace verso il problema della plastica, arrivano i primi risultati. Tempo fa l’associazione, da sempre impegnata in battaglie ambientalistiche, aveva lanciato una petizione alla quale hanno partecipato più di 4 milioni di persone.
In questa petizione chiede a marchi come Nestlé, Unilever, Coca-Cola, PepsiCo, Ferrero e San Benedetto e Danone di cercare di ridurre la produzione, cercando metodi di consegna che non prevedano l’uso di contenitori ed imballaggi monouso.
Unilever è il primo colosso che pubblicamente dichiara il proprio impegno verso questa problematica, un importante segnale positivo.
Il responsabile della campagna inquinamento di Greenpeace, Giuseppe Ungherese dichiara:
“Unilever è la prima multinazionale a compiere un primo passo positivo nella giusta direzione, ma una riduzione di sole 100 mila tonnellate a fronte di un utilizzo di 700 mila tonnellate di plastica all’anno non è la soluzione definitiva. L’azienda olandese continua a fare affidamento sulla raccolta, il riciclo e l’impiego di materiali alternativi, ma queste soluzioni non sono sufficienti” commenta Ungherese. “Invitiamo Unilever ad andare alla radice del problema, riprogettando il packaging in plastica monouso e investendo in modelli di business alternativi basati sullo sfuso e sulla ricarica che non prevedano il ricorso a imballaggi monouso. Essendo una delle prime aziende globali a prendere sul serio questa sfida, Unilever ha l’opportunità di mostrare la strada all’intero settore, liberandolo dal problema dell’inquinamento da plastica che ha creato”.